5 giorni fuori - Recensione
Film considerato passabile
sulla base di 1 voto/i
5 giorni fuori
Commedia
Trama
Craig Gilner è un adolescente sul punto di diplomarsi in una prestigiosa scuola per uomini d'affari. Tuttavia la pressione messagli addosso dal padre, che preme per farlo iscrivere ad un'università altrettanto rinomata, dagli amici e da se stesso lo spinge a voler trovare una via di uscita. Dapprima pensa al suicidio, ma poi decide di recarsi all'ospedale; qui verrà internato per una settimana nel reparto psichiatrico per adulti, e conoscendo le storie di altri pazienti, in particolare Bobby e Noelle, inizierà a capirsi e ad affrontare i propri problemi.

Presentato al Festival di Toronto, “5 giorni fuori” (titolo originale “It’s kind of a funny story”) è un film low-budget arrivato in Italia direttamente in Dvd. La pellicola, diretta da Anna Boden e Ryan Fleck e basata sull’omonimo romanzo del 2006 di Ned Vizzini, ha per protagonista Craig, un ragazzo che cerca qualche medicina che lo liberi dalla tentazione di togliersi la vita, ritrovandosi così ospite per cinque giorni nel reparto psichiatrico di un ospedale.
Nella realtà una esperienza del genere ti darebbe il colpo del KO, ma al cinema si trasforma invece in un inaspettato luogo di guarigione, con Craig che trova in un sol colpo un simpatico amico, che ha il volto di Zach Galifianakis di “Una notte da leoni”, l’amore, una ragazza interpretata da Emma Roberts, e di conseguenza una nuova voglia di vivere. Insomma, alla fine del film viene quasi voglia di andare a bussare al primo ospedale per farsi ricoverare e questo, si capisce, non gioca a favore della credibilità della vicenda. Tolta però questa aurea favolistica, che si accende in toto nel finale iper-ottimista, la sceneggiatura ha qualche elemento apprezzabile, come il non banalizzare la depressione che colpisce purtroppo anche i più giovani, e una serie di personaggi un po’ fuori di testa che conquistano, su tutti Bobby.
La colonna sonora del gruppo indie Broken Social Scene si sposa bene con il narrato, e la regia a quattro mani di Ryan Fleck e Anna Boden non pecca di personalità. Anche gli attori si comportano tutti discretamente. In conclusione, a macchiare il risultato c’è solo quella vena sdrammatizzante che forse sarebbe stato meglio tenere un po’ più a freno.
Manuel Celentano
Ultimi post di Manuel Celentano (vedi tutti)
- Mission: Impossible - Fallout - 2 Settembre 2018
- Dunkirk miglior film del 2017 - 18 Febbraio 2018
- I candidati alla Pizza d'Oro 2017 - 3 Febbraio 2018