Captain Marvel - Recensione
Film considerato passabile
sulla base di 3 voto/i
Captain Marvel
Fantastico
Trama
Carol Danvers è un’ex pilota di caccia in procinto di compiere un percorso che la porterà ad essere una delle supereroine più potenti della galassia. Nel frattempo si unirà ad un gruppo militare intergalattico e tornerà sulla Terra, riscoprendo un passato forse dimenticato...

Anello di congiunzione tra “Avengers: Infinity War” e l’attesissimo “Avengers: Endgame”, che chiuderà la cosiddetta “fase 3” del Marvel Cinematic Universe, “Captain Marvel” è uno dei titoli di punta del 2019 sul grande schermo, accompagnato da un’ondata di polemiche legata in particolare agli attacchi degli immancabili troll del web (in particolare su Rotten Tomatoes e IMDb) in seguito ad alcune dichiarazioni provocatorie della protagonista Brie Larson. Un ciclone che ha contribuito ad aumentare, in qualche modo, le attenzioni sul film di Anna Boden e Ryan Fleck, che nel 2006 diressero “Half Nelson”, la pellicola che permise a Ryan Gosling di ottenere la sua prima nomination agli Oscar. Brie Larson si cala in uno dei personaggi più interessanti dell’universo fumettistico della Marvel; l’ambientazione è quella degli anni ’90, un’epoca in cui la presenza dei supereroi non è ancora entrata nel vivo, mentre Carol Danvers, ad uno sguardo esterno alle dinamiche del racconto, si colloca perfettamente nel periodo legato al #MeToo e all’empowerment femminile; elementi che, per buona parte del film, sono introdotti spesso e volentieri attraverso dinamiche fin troppo telefonate.
Carol Danvers è un’umana che si trova casualmente dotata di superpoteri. Fin dall’infanzia è sempre stata costretta a dimostrare qualcosa in più e alla resa dei conti potrà permettersi di affrontare il villain di turno dall’alto in basso, sputandogli contro la fierezza e l’orgoglio di non dover dimostrare nulla a nessuno, perché finalmente Carol Danvers conosce i propri poteri tanto quanto i propri limiti. Dalle strizzate d’occhio al decennio musicale che va dai R.E.M. ai Nirvana fino ai Garbage, e alla cultura pop cinefila dell’epoca – i riferimenti a “Top Gun” e “Pulp fiction” sono piuttosto palesi – “Captain Marvel” non regala virtuosismi registici particolari, né tantomeno si distingue per brio. E allora forse il film si concentra in buona parte sul lato comedy, che da un lato fa troppo il verso a “Guardiani della galassia” (“Thor: Ragnarok” pare non abbia insegnato nulla), ma in compenso regala le sequenze maggiormente brillanti del film nei divertenti duetti fra un giovane Nick Fury (Samuel L. Jackson) e la stessa Carol. Peccato che il tutto rimanga in superficie, sia per quanto concerne determinate tematiche considerate forti che “Captain Marvel” avrebbe (secondo molti) dovuto veicolare, sia per quanto riguarda l’aspetto prettamente fumettistico. Una sorta di ibrido che dimostra decisamente poco sostanza; e l’impressione complessiva è quella di un divertissement senz’arte né parte.
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