I mercenari 3 - The Expendables - Recensione
Film considerato passabile
sulla base di 1 voto/i
I mercenari 3
Azione
Trama
Barney Ross e il suo gruppo di mercenari devono compiere una nuova missione: fermare il pericoloso criminale Conrad Stonebanks, che tempo addietro formò insieme a Barney il primo gruppo di mercenari per poi abbandonarli. Convinto di averlo ucciso in passato, Barney e il suo gruppo saranno costretti a riaffrontare il nemico.

Arrivati al terzo episodio, la banda degli “Expendables” capitanata da Sylvester Stallone ha allargato ulteriormente il proprio cast, aggiungendo per questo nuovo capitolo nomi del calibro di Mel Gibson, Harrison Ford e Antonio Banderas. Se nel primo film il gruppo di mercenari era contenuto, con l’avanzare degli episodi si sono aggiunti attori su attori fino a raggiungere un numero considerevole in questo “I mercenari 3 – The Expendables”, diretto da Patrick Hughes. Tutti attori legati dal clima in cui Stallone ha creato questo divertissement action: un’operazione puramente giocosa e divertita, girata con amici sul set e nella vita e all’insegna dell’ironia più leggera. Stallone sa qual è il suo pubblico di riferimento, e fin dal primo film del 2010 ha giocato d’azzardo, sempre con la priorità di trastullare gli appassionati del cinema action anni ’80 facendogli vedere per la prima volta riuniti i più grossi nomi appartenenti a quel filone.
Attori e corpi come quelli dello stesso Stallone e di Arnold Schwarzenegger, a cui si aggiungono vecchie glorie come Mel Gibson e Harrison Ford, i quali continuano, in un loro “circolo filmico” esclusivo, un atto di resistenza cinematografico che se ne frega un po’ di tutto. E dopo il semi-parodico e poco riuscito “I mercenari 2”, questo seguito si semplifica e ritorna alle atmosfere del primo film: più ironia, una maggiore disinvoltura nel giocare con se stessi e con il proprio ruolo e una riflessione molto “coatta” su quella stessa resistenza di cui si parlava poco fa. Siamo vecchi, siamo settantenni e forse dovremmo levarci di mezzo: sembra dire questo il nuovo “I mercenari”, diviso in tre blocchi narrativi netti. Dopo lo spettacolare incipit con la liberazione del personaggio di Wesley Snipes, i vecchi mercenari falliscono una missione e vengono rimpiazzati da Barney Ross, il quale li ritiene inadatti e sceglie una squadra più giovane.
Il secondo atto consiste nel reclutamento del nuovo team, ma al di là dei discorsi banali su vecchiaia e nostalgia, lo showdown finale ritorna sui suoi passi con la vecchia scuola che si ripresenta ancora più forte e agguerrita. Così, tra azione e spettacolo, i “mercenari” sembrano voler accettare un ricambio generazionale, ma al tempo stesso non accettano di farsi da parte. E il film rivela la propria appartenenza ad un cinema vecchio e superato, anche da un punto di vista concettuale; un’operazione nostalgica che si crogiola nel carattere ludico della messa in scena, con attori del passato impegnati a gigioneggiare. Difficile chiedere di più e snaturare un progetto che non può e vuole cambiare.
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