Il corriere - The mule - Recensione
Film considerato da vedere
sulla base di 3 voto/i
Il corriere - The mule
Drammatico
Trama
L’anziano floricoltore Earl Stone, dopo una vita spesa per il lavoro a discapito della famiglia, si vede costretto a chiudere i battenti della propria attività e da un giorno all’altro si ritrova assoldato come corriere della droga da parte di un cartello messicano.

Clint Eastwood firma una delle sue opere più intime e commoventi e torna a recitare in un suo lavoro a 10 anni di distanza da “Gran Torino”, avvalendosi della scrittura, come nel film del 2009, di Nick Schenk. “Il corriere – The mule” è un riassunto perfetto di tutto quello che rappresenta – e ha rappresentato nei decenni – il cinema di Clint Eastwood. Inevitabile pensare ad un altro reduce della Guerra di Corea del passato cinematografico del regista californiano, proprio quel Walt Kovalski di “Gran Torino” costretto a convivere con vicini di casa asiatici che ne rimarcano i pregiudizi razzisti mai nascosti. Rispetto a Kovalski, Earl Stone non possiede la stessa rabbia e la medesima durezza verso il mondo che lo circonda. Se la base su cui Eastwood costruisce il personaggio si può dire sia comunque simile, si può evidenziare in modo analogo come il protagonista de “Il corriere – The mule” possieda una maggiore lucidità e una leggerezza sotto la quale, soltanto scavando, si possono trovare i turbamenti di una vita in cui i rapporti umani e familiari costituiscono semplicemente uno sfondo dal quale affrancarsi per potersi dedicare al lavoro.
Alla guida del proprio furgoncino, Earl Stone ha percorso migliaia di chilometri nella sua lunga vita e, come il cinema di Clint Eastwood, rimane coerente fino alla fine e continua a guidare e andare avanti, tra uno stato e l’altro. Tra un film e l’altro. E proprio come Earl Stone, ad un certo punto Clint Eastwood pare fermarsi a riflettere su ciò che è stato; e tutto si racchiude nello sguardo, struggente e pieno di umanità, fra due ex coniugi che soffocano il rancore di una vita tormentata e divisa, nella straordinaria bravura di Eastwood e della gigantesca Dianne Wiest. Tra uno sguardo al passato e un abbraccio al presente e alle nuove generazioni, “Il corriere – The mule” rapisce lo spettatore – con un cast in grande spolvero – grazie all’ironia di un monumento della storia del cinema che si lascia andare ad un lungo e accorato saluto al grande schermo. Perché il tempo non si può comprare, ma nel tempo puoi lasciare dei segni indelebili. E Clint questo lo sa bene.
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