Star Trek - Into darkness - Recensione
Film considerato passabile
sulla base di 3 voto/i
Into Darkness - Star Trek
Fantascienza
Trama
L’astronave Enterprise viene inviata a sorvegliare un pianeta del sistema Nibiru, abitato da una civiltà primitiva; ma quando Spock si trova in gravissimo pericolo a causa dell’eruzione di un vulcano, il capitano James T. Kirk viola il regolamento pur di salvargli la vita. Tuttavia, a causa della sua avventatezza, Kirk viene rimosso dalla propria posizione e severamente redarguito dall’ammiraglio Christopher Pike…

A quattro anni di distanza dagli ottimi risultati di critica e di pubblico ottenuti grazie a “Star Trek”, il film che aveva inaugurato l’ennesimo reboot cinematografico ispirato alla serie televisiva cult, e dopo l’apprezzata parentesi di “Super 8” (sempre restando nel campo della fantascienza), il regista e produttore J.J. Abrams è tornato a raccontare le avventure della mitica Enterprise sul grande schermo, questa volta con l’ausilio del 3D, con “Star Trek – Into darkness”, secondo capitolo di una nuova saga che ha saputo conquistarsi da subito il favore degli inossidabili fan di “Star Trek”, quanto quello degli spettatori amanti del genere sci-fi in chiave action. E anche in questa occasione Abrams e soci, forti del successo del precedente capitolo, non hanno badato a spese, con un budget di quasi 200 milioni di dollari, un’imponente produzione che ci offre i suggestivi scenari di metropoli futuristiche e il fondamentale apporto degli effetti speciali realizzati da Industrial Light & Magic.
Ancora una volta, la narrazione si regge essenzialmente sull’efficace dualismo fra i protagonisti storici dell’universo di “Star Trek”: il capitano James Kirk (Chris Pine), ribelle, impulsivo e poco incline a rispettare la disciplina, e il suo partner dalle aguzze orecchie Spock (Zachary Quinto), al contrario inesorabilmente ligio al dovere e quasi per nulla incline ad esprimere emozioni e stati d’animo. Il fulcro principale del film risiede proprio nella tormentata amicizia fra Kirk e Spock, profondamente legati l’uno all’altro nonostante i differenti codici morali che li guidano. La parte del villain di turno, ovvero il bieco ed infido Khan, è affidata all’attore inglese Benedict Cumberbatch, il quale riesce a conferire carisma anche ad un personaggio nel complesso sotto le righe e non particolarmente accattivante, mentre fra le new-entry troviamo pure Alice Eve nel ruolo (assai più fiacco e decorativo) della scienziata Carol Marcus.
Senza troppe pretese di originalità, né tantomeno con la profondità e il fascino dei cupi cinecomic e della fantascienza onirica di Christopher Nolan, J.J. Abrams si accontenta di costruire un solido e coinvolgente prodotto di intrattenimento che svolge più che degnamente il proprio compito, offrendo due ore di avventure intergalattiche e viaggi spaziali dal ritmo ineccepibile ed evitando di commettere l’errore di scivolare in un’estetica fracassona in un blando stile da videogame (come invece accade puntualmente al collega Michael Bay con la saga di “Transformers”). Il risultato, più che apprezzabile, non mancherà di soddisfare i numerosissimi affezionati di “Star Trek” e dei suoi eroi ormai iconici, senza perdere di vista un senso di modernità nella messa in scena e nell’approccio all’azione e alla spettacolarità. Che altro aggiungere? Lunga vita e prosperità all’Enterprise!
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